Voices: estratti della video-intervista all’Ing. e RSPP Nicola Berti

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storie di chi lavora con i DPC

Voices riprende!

Dopo un periodo silente, riprendiamo le pubblicazioni della rubrica VOICES – Storie di chi lavora con i DPC.

Vi proponiamo alcuni estratti di un’intervista che abbiamo condotto qualche tempo fa. Il protagonista è l’ingegnere e RSPP dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze: Nicola Berti.

Marco Ortelli, Amministratore Unico della Marco Ortelli Srl

Questa intervista è una chiacchierata alla scoperta di come oggi un RSPP vive il proprio lavoro e percepisce il livello di attenzione verso l’uso, il funzionamento e la manutenzione dei Dispositivi di Protezione Individuali e CollettiviL’obiettivo è capire come la  figura di RSPP vive l’argomento dispositivi di protezione collettiva all’interno di un ambiente ospedaliero come l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi.

Vuoi presentarti e presentarci il tuo punto di vista?

Ing. Nicola Berti, RSPP dell’AOU

Sì, allora l’azienda è – come dicevi – il più grande ospedale della Toscana. Ha un layout a padiglioni distribuito su 78 ettari e ci sono circa 5000 dipendenti ai quali si aggiungono un migliaio di specializzandi e altri 200-300 universitari. Inoltre, c’è la parte degli studenti che frequentano la scuola di Scienze della Salute Umana, gli utenti e le ditte. Diciamo che è una realtà vasta con un numero di personale che lavora all’interno piuttosto rilevante. 

L’argomento (DPC e RSPP) è estremamente interessante. Per questo abbiamo anche voluto fare un approfondimento con te con un corso specifico sulle cappe. Soprattutto per comprendere che cosa vuol dire cappa perché a volte il punto di vista del RSPP è qualificato e sa che cos’è appunto la cappa e qual è la sua funzione nell’ambito della prevenzione dei rischi. Però queste conoscenze devono essere diffuse tra tutte le componenti all’interno dell’azienda: da chi compra la cappa a chi la installa e a chi la usa. Non sempre la conoscenza di tutte le sfaccettature da parte di queste figure interprofessionali è allo stesso livello. Infatti, la conoscenza di un utilizzatore del tipo di cappa che sta usando, biologica o chimica, non è sempre così immediata.

Ed è ancora meno immediata la comprensione del fatto che la cappa abbia avuto una manutenzione o meno. Su questo aspetto noi ovviamente lavoriamo per far sì di alzare il livello di conoscenza di tutti fino ad avere una consapevolezza del dispositivo di protezione collettivo con cui ci si trova a lavorare. È chiaro che il punto di vista del Servizio di Prevenzione e Protezione parte dalla valutazione del rischio, dall’identificazione della necessità di utilizzo di un dispositivo di protezione collettiva. 

La  cappa è l’oggetto che deve tutelare il lavoratore.

Dopo che la valutazione del rischio ha individuato questo aspetto poi nasce l’attività, il lavoro di monitoraggio della corretta manutenzione, del mantenimento nel tempo delle condizioni di progetto, della correttezza dell’azione.

Marco Ortelli, Amministratore Unico della Marco Ortelli Srl

Quindi possiamo dire che l’obiettivo principale del servizio di Prevenzione e Protezione è fare formazione. La formazione verte su questi aspetti: che cos’è una cappa, come funziona, qual è il metodo o le modalità di utilizzo per essere protetto, il ciclo di vita del dispositivo con le sue manutenzioni e i controlli periodici. Quindi, tenere informati anche sugli aspetti che si protraggono nel tempo come  le manutenzioni o le misure prestazionali. Vi è dunque una formazione generale sulla cappa chimica in merito al suo funzionamento e poi un aggiornamento continuo che consente di sapere se il DPC  mantiene i suoi livelli prestazionali o se sono cambiati.

Per ascoltare l’intervista completa, guardate questo video!

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