Voices: intervista al prof. Angelo Maspero – vol.2

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Voices

storie di chi lavora con i DPC

Questa è la seconda puntata di Voices, storie di chi lavora con i DPCIl nostro obiettivo è far sentire le voci di chi lavora o ha a che fare con i Dispositivi di Protezione Collettiva per promuovere l’importanza del loro utilizzo. Attraverso il medium delle interviste vogliamo contribuire a diffondere una visione del lavoro basata sulla sicurezza e sulla prevenzione di possibili incidenti e malattie.

Vi proponiamo la seconda parte dell’intervista al professore Angelo Maspero (Università degli Studi dell’Insubria). Ci racconterà l’importanza delle cappe chimiche e della formazione del personale di laboratorio. Buona lettura!

Ci può raccontare perché riveste un ruolo fondamentale nei laboratori chimici?

La cappa chimica è un sistema protezione collettiva indispensabile per chi, come me, fa il mestiere del chimico e il motivo è molto semplice. Tutte le sostanze chimiche volatili tossiche o cancerogene che si possono sviluppare durante una particolare sintesi restano confinate all’interno di essa evitandone il contatto con l’operatore. Inoltre, l’architettura della cappa chimica permette di osservare lo sviluppo di una reazione dietro uno spesso vetro anti-deflagrazione che, in caso di esplosione, protegge il viso e le mani dell’operatore.

 Il personale di laboratorio è sufficientemente formato per utilizzare correttamente la cappa chimica?

Premetto subito che molto è stato fatto nel campo della sicurezza in ambienti di lavoro come il mio. Ricordo che quando iniziai la mia carriera da chimico ignoravo completamente il significato delle sigle DPI e DPC, mentre oggi “dispositivi di protezione individuali o dispositivi di protezione collettiva” sono le prime frasi che dico a tutti coloro che entrano per la prima volta nel mio laboratorio.
Il concetto di rischio chimico è ormai nel collettivo di tutti gli addetti ai lavori: il personale di laboratorio che collabora con me (dottorandi, post dottorati, assegnisti o tecnici di laboratorio) è sufficientemente formato per utilizzare correttamente i dispositivi come le cappe chimiche.
Tuttavia, noto che gli studenti
non danno ancora la giusta importanza a questo problema. Alcune volte mi capita di osservarli intenti a riciclare i guanti appena usati durante una sintesi chimica con metodi che nulla hanno a che fare con il concetto di sicurezza, oppure di osservarli intenti a utilizzare la tastiera di uno strumento con gli stessi guanti che, alcuni minuti prima avevano usato per manipolare sostanze tossiche o cancerogene. Anche le più
semplici ed elementari norme di utilizzo della cappa chimica sono qualche volta disattese dagli studenti. Non mi è così raro notare che alcuni di loro svolgano le loro attività sintetiche tenendo il saliscendi della cappa chimica completamente sollevato: in questo modo la capacità di contenimento del DPC è compromessa.
D’altronde sono studenti e il compito di noi docenti è anche quello di “educarli” al rischio chimico.

 Come vengono formati gli studenti rispetto all’utilizzo della cappa chimica?

Gli studenti (dottorandi, laureandi, tirocinanti, borsisti), prima di poter svolgere le proprie attività scientifiche, sono opportunamente formati all’utilizzo di tutti i sistemi di protezione con particolare attenzione delle cappe chimiche, e tale compito è svolto dal sottoscritto. Innanzitutto, spiego loro quale è l’architettura della cappa, quali sono le parti che la compongono e che funzioni hanno per arrivare poi a indicare a loro dove e come posizionare all’interno della cappa chimica un setup di reazione (che può essere un sistema di filtrazione, di distillazione, oppure piccola strumentazione come un agitatore magnetico o un piccolo forno) in modo che la capacità della cappa chimica nel confinare le sostanze all’interno di essa non ne sia alterata.

Ovviamente insisto molto non solo sul tenere il saliscendi sempre abbassato in modo che possa proteggere il viso dell’operatore da eventuali esplosioni, ma anche sul tenere pulito e in ordine il piano di lavoro all’interno della cappa chimica evitando di accumulare vetreria o carta da filtro o bottiglie di reagenti/solventi o qualunque altro oggetto che possa compromettere l’efficienza del sistema di aspirazione della cappa stessa. 

Nelle prossime settimane potrete leggere altre interessanti interviste!

Stay tuned!

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