Voices: intervista al prof. Angelo Maspero – vol.1

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storie di chi lavora con i DPC

Con questo scritto diamo inizio alla rubrica Voices, storie di chi lavora con i DPCIl nostro obiettivo è far sentire le voci di chi lavora o ha a che fare con i Dispositivi di Protezione Collettiva per promuovere l’importanza del loro utilizzo. Attraverso il medium delle interviste vogliamo contribuire a diffondere una visione del lavoro basata sulla sicurezza e sulla prevenzione di possibili incidenti e malattie.

Per inaugurare questo nuovo progetto vi proponiamo le parole del professore Angelo Maspero (Università degli Studi dell’Insubria) che abbiamo avuto il piacere di intervistare. Il laboratorio è lo spazio che attraversa quotidianamente per svolgere le sue ricerche chimiche e DPI e DPC non possono mancare. L’intervista uscirà in due puntate. Ecco la prima. Buona lettura!

Professore Angelo Maspero, la ringraziamo per la sua disponibilità. Per rompere il ghiaccio vorremmo che raccontasse il suo lavoro. Di che cosa si occupa?

La mia attività di ricerca scientifica si focalizza principalmente sulla chimica dei composti di coordinazione contenenti ioni metallici della prima e seconda serie di transizione con leganti eteroaromatici all’ossigeno e/o all’azoto quali derivati dichetonici, pirazoli e tretrazoli.

Tali studi si inseriscono nelle seguenti tematiche di ricerca:

  1. Sintesi di nuovi composti di coordinazione con attività biologica antimicrobica, antitumorale o come agenti di contrasto nella diagnosi per immagine.
  2. Sintesi e caratterizzazione spettroscopica di polimeri di coordinazione porosi (MOFs o PCPs) per l’adsorbimento e stoccaggio di CO2 o H2.

Almeno questo è quello che è riportato sul CV, ma in realtà a me piace progettare e sintetizzare nuove molecole siano esse inorganiche o organiche per applicazioni tecnologiche, bio-mediche o ambientali.

Nella sua attività di ricerca scientifica manipola molte sostanze, alcune pericolose e cancerogene. Ci può raccontare in modo più approfondito quali sono i rischi che corre nelle sue attività di ricerca?

Le reazioni che  faccio quotidianamente possono essere pericolose per la mia salute, perché tali sintesi possono richiedere l’impiego di reagenti molto corrosivi, tossici o velenosi per la salute dell’operatore. Alcuni reagenti possono essere anche piroforici ovvero solidi in polvere finissima che si infiammano facilmente al contatto con l’aria; inoltre durante la reazione si possono sviluppare gas tossici o infiammabili.

Il rischio di ledere la salute dell’operatore nel maneggiare tali sostanze è pertanto elevato; tuttavia, i reagenti sono sostanze pure di cui si conoscono le proprietà chimico-fisiche e indossando i giusti DPI (quali quanti, occhiali, camice, schermi di protezione), prestando sempre molta attenzione a ciò che si sta facendo, è possibile maneggiare sostanze tossiche o velenose in sicurezza.

Un’altra fonte di rischio per la salute, che spesso devo affrontare, è lo smaltimento dei reflui di reazione. Infatti una volta isolato il prodotto di interesse è necessario smaltire il solvente, i reagenti non reagiti e/o gli eventuali sottoprodotti che si sono formati. Mescolare due o più reflui provenienti da diverse reazioni chimiche può essere molto pericoloso perché nelle miscele così ottenute si possono innescare reazione che portano allo sviluppo di gas altamente tossici o velenosi e queste reazioni posso essere così violente da provocare anche forti esplosioni. Tale fonte di rischio può essere ridotta trattando i reflui con opportuni reagenti al fine di renderli inerti chimicamente.

Inoltre, io uso quotidianamente la classica vetreria da laboratorio e il rischio di lacerazione c’è sempre: il vetro è duro ma fragile e forzare un rubinetto in vetro potrebbe avere brutte conseguenze.

Quindi quello che succede in laboratorio può essere molto rischioso, se non è  gestito correttamente. Ci può raccontare quali sono le modalità più efficaci e i comportamenti da seguire per ridurre il rischio chimico?

Una conoscenza scientifica solida è sicuramente una componente importate per ridurre il rischio chimico. Conoscere la natura chimica e la reattività dei reagenti permette all’operatore, munito di opportuni DPI, di manipolare correttamente tali sostanze chimiche e di condurre la reazione in condizioni di sicurezza.

Personalmente ritengo che anche le schede di sicurezza siano un importante strumento per salvaguardare la salute dell’operatore, anche se spesso queste vengono “snobbate”, in queste schede spesso sono contenute informazioni utili per lo stoccaggio, la manipolazione e la reattività del prodotto.

Molto importante è anche informarsi bene su come usare i DPI e/o un DPC: un sistema di protezione individuale o collettivo usato in modo improprio non solo non protegge, ma può creare danni all’operatore.

Tutte le reazioni chimiche devono essere fatte sotto cappa chimica e ovviamente è di fondamentale rilevanza conoscere bene come usare questo DPC.

Mantenere in ordine e pulita la propria postazione di lavoro è indispensabile per ridurre al minimo gli eventuali rischi chimici annessi alla lavorazione o manipolazione di sostanze pericolose.

Quando si è in laboratorio bisogna sempre tenere alta la concentrazione su quello che si sta facendo e ridurre al minimo le fonti di distrazioni. Ignoranza e distrazione sono le cause principali di infortuni.

La cappa chimica riveste un ruolo importante nel lavoro di laboratorio. Lei la usa?

Certamente. Tutte le mie attività di sintesi vengono svolte rigorosamente sotto cappa chimica.

Data l’enorme importanza che ricopre questo DPC, sono particolarmente attento anche a mantenerla sempre efficiente attraverso controlli periodici svolti da ditte competenti e specializzate.

Questa mia particolare ossessione nel condurre le reazioni, qualsiasi esse siano, sempre sotto cappa chimica e la morbosa attenzione verso la sua manutenzione sono rigorosamente traferite anche a tutti miei collaboratori.

Nella prossima puntata il prof. Angelo Maspero ci racconterà più approfonditamente le modalità di utilizzo delle cappe chimiche e la loro importanza nelle attività di laboratorio.
Stay tuned!

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